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mercoledì 1 agosto 2018

Ultramaratona del gran Sasso 2018



Sono davvero contento di aver partecipato a questa gara. Avrei voluto non cimentarmi più in gare ultra, ma ho fatto con molto piacere una eccezione e partecipare alla bellissima gara che si tiene nel piccolo Tibet d’Abruzzo.
Devo ringraziare Franco Schiazza che mi ha fortemente voluto, facendomi una corte spietata, manco fossi una bella donna. Alla fine devo ringraziarlo. Inconsapevolmente, mi ha regalato un altro dei momenti indimenticabili della mia umile storia da podista. 
Questo per me è un periodo di transizione, la forza e la motivazione sono calati. Quell’allenarsi metodico e duro è solo un ricordo. Porto con me soddisfazioni, risultati, esperienze, amicizie, avventure di ogni genere e in ogni dove. Indimenticabili.
Voglio comunque rimanere, per quanto possibile, il più possibile un podista e runner competitivo, seppur con un passo più lento.
Per fare ciò ho deciso di calibrare meglio i miei impegni e per questo ridimensionare gli sforzi. 
Per questo ho deciso di chiudere con le ultra. Chi mi conosce bene sa che non è una decisione presa a cuor leggero. La distanza mi stimola, ho tentato sempre di arrivare nel minore tempo possibile, impegnandomi al massimo. Se poi ci sono anche le salite, meglio ancora.  

Venendo alla gara...

La sveglia è suonata presto a casa Ricci, i movimenti automatici e assonnati sono tuttavia già stati pianificati la sera prima. Ogni cosa è lì, ben allineata e coperta, dai vestiti agli accessori. Dopo una frugale colazione sono già per strada ad aspettare I miei amici coi quali condividerò questa stupenda giornata.
Roberto Capriotti. Un vero guerriero. Atleta da sempre, si pone e raggiunge sempre nuove sfide. Un atleta a 360° gradi. Corre, nuota, va in bici e poco gli importa se, a volte il suo fisico gli porta qualche acciacco. E’ un guerriero, un lottatore, un caterpillar che passa sopra tutto e alla fine vince lui;
Francesco Del Balzo. L’amico che tutti vorrebbero avere. Ha un carattere simpatico è disponibile, sempre pronto alle sfide e a nuove avventure. Il rispetto e l’amicizia ci hanno coinvolto da sempre;
Leonardo Manfrini. È sempre troppo poco il tempo passato con lui. Personaggio unico nel suo genere. Quando immagino la figura del campione penso a lui. Non so più quante 100 km del Passatore, quante centinaia di maratone in Italia e nel Mondo ha corso. Eppure il suo profilo è bassissimo, sembra arrivato per caso nel mondo della corsa. Sembra un granello di sabbia ed invece è una montagna.


Questo il gruppo. Tra andata e ritorno mi sono divertito un mondo. È stata una giornata serena e felice. Mamma mia quante risate. Leonardo Manfrini da questo punto di vista è letale come la sua arma segreta che sfodera ovunque e davanti a chiunque, senza alcun problema. Non posso approfondire l’argomento, ma ...

La partenza come al solito avviene dalla Piazza Medicea di  Santo Stefano di Sessannio. Bello, bellissimo paesino ricco di storia e di gente orgogliosa che lotta quotidianamente per riportarlo alla completa ricostruzione. 

Arrivati nella zona della partenza partenza saluto tutti gli amici che incontro. Non frequento più assiduamente le gare e quindi alcuni non li vedo da tempo.



Il tempo vola e in poco tempo arriva il momento dello start. Sono rilassato e tranquillo, mi tengo indietro rispetto alla ressa della linea di partenza, tanto sarà lunghissima...



Cominciamo con un piccolo giro del paese al termine del quale si prende la via di Rocca Calascio. Quest’anno è davvero un serpentone imponente di atleti quello che si muove sulla bella strada panoramica che ci conduce alla famosa Rocca. Questa volta si vede gente che è venuta da lontano (siciliani per esempio) e c'è la sensazione di trovarsi a correre in una gara dal sapore nazionale, e perché no? Anche di più. 
C’è tanta differenza dalla prima edizione cui partecipai. dove eravamo 130 o 150, ora non ricordo perfettamente.
La strada volge in discesa e molti mi superano. Forse non sanno che tra un po’ si salirà, e non poco, e forse non si rendono conto che oggi si correrà’ per tanto tempo.


Rocca Calascio arriva velocemente e li mi imbatto in un gruppo di grandi (e forti) amici di Pescara. Antonello, Diego, Luca è un quarto di cui non so il nome, che si tiene un po’ in disparte.


Il passo lo fa Anfrix. E’ fantastico, preciso come un orologio svizzero. Io ogni tanto accelero, decellero, tiro, mollo, lui invece va liscio come l’olio, e lo farà per tanti km.
Tutti insieme arriviamo e attraversiamo Castel del Monte, la vera anticamera delle salite. Sì, finora c’è ne sono state, ma erano niente, in confronto.
La salita inizia inesorabile e piano piano il gruppo si sgrana e si perde il contatto tra di noi. Rimaniamo io, Luca e quattro o cinque runners coi quali correremo insieme quasi fino all'arrivo.


Il passaggio al valico Capo La Serra, chiude la prima parte della gara. Da li ci lanciamo nella bella discesa che ci accoglie e ci lancia nella sottostante Piana di Campo Imperatore. 
Passati i ristori del 25° e 30° km, arriviamo all’altezza delle macellerie dove orde di motociclisti, camperisti, automobilisti e chi nè ha più nè metta, stà arrostendo carne sulle griglie. Il profumo irresistibile mi stuzzica le narici, ma è solo un attimo. Volgo lo sguardo a sinistra e noto la strada inerpicarsi nella salita dove sparuti runners all'orizzonte sono già lontani anni luce da me. 
Vabbè Mario, che vuoi fare? Rimboccati le maniche e corri!
 
A metà salita mi imbatto in Luca, fermo sulla sinistra, completamente bloccato. I crampi lo hanno immobilizzato e non riesce a fare niente. Mi offro di farlo stendere a terra, ma lui rifiuta. Aspetterà che gli passi. In effetti, passato l’effetto, dopo pochi minuti è qui, dietro di me. Arriva come un trenino sbuffante. Il ragazzo è forte e determinato e oggi nulla lo fermerà.

Arriva la salita del Lago Racollo e, mentre io vado bene, Luca si riblocca e si ferma. Io proseguo insieme ai soliti quando ecco che, alla salita del 39°, Luca mi si fa sotto e con passo agile mi supera e se ne va. 

Eccolo il ristoro del 40° km, la porta verso Santo Stefano. La strada da qui scende tranquilla, ma decisa. I km passano più velocemente e l’arrivo non è più così lontano. Superato il 45° raggiungo Luca, io sto bene e lo invito ad un finale in progressione. Immagino cosa avrà pensato, tritato di crampi com’era, ma da gran signore quale è mi viene dietro.

Nell'affrontare i tornanti in discesa mi giunge l'eco dell'altoparlante all'arrivo. Sto bene e accelero trascinandomi Luca a 4:30 a km, onorando al massimo il mio pettorale nr. 1.


Finalmente raggiungiamo Santo Stefano, il tempo di ricomporci, prenderci per mano per tagliare il traguardo. Ci sembra il modo migliore per suggellare una gara corsa sempre insieme. 

Luca è un pischello, giovanissimo in confronto al Matusalemme che scrive, e sono consapevole che se non fosse stato fermato dai crampi, sarebbe arrivato già da un pò, ma i crampi hanno fatto si che io mi godessi la sua simpaticissima compagnia.


Voglio anche fare i complimenti al mio grande amico Alessio Landolfa, che al Gran Sasso è stato bravissimo. 39° assoluto e 10° di categoria. Ha corso senza il minimo problema. Prevedo per lui un futuro pieno di fuochi d'artificio. 
Terminator!


Ok, ho finito. 
Peace & Love. 
Mario