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venerdì 16 aprile 2010

Maratona di Parigi 2010 e nuovo P.B.

La mia sesta maratona, iniziata davvero con entusiasmo strabordante sembrava concludersi anch’essa in modo deludente, addirittura prima di averla iniziata.

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

Il 28 marzo, purtroppo, a 14 giorni dalla partenza, durante l’ultimo allenamento, un lungo di 28 km, mi sono fatto male al piede. Un dolore intenso, subdolo, col quale mi sono trovato a convivere sino ad oggi, che mi impedisce di correre col giusto assetto.

E’ vero che correre è sacrificio, è vero che bisogna saper correre sul dolore, ma è anche vero che uno si domanda: ma perché tutte a me?

Che ci sia una qualche legge di Murphy che mi impedisce di avere un minimo di soddisfazione nella corsa regina dell’atletica leggera?

Mi sono trovato nella sicurezza di poter schiattare il Drago (maratona) da novello San Giorgio, ma senza la lancia per poterlo fare. Un macello!

L’infortunio mi ha buttato parecchio a terra emotivamente, ma per fortuna, dopo un primo momento di piangeria ha prevalso la voglia di lottare. Ho deciso di andare comunque a Parigi e di andarmi a prendere quella medaglia. Quattro intensi mesi di allenamento, non potevano essere buttati al cesso… E così ho fatto. Mi sono portato una fiala di antidolorifico da fare intramuscolo come ultima carta da potermi giocare prima della resa.

LA PARTENZA PER PARIGI

Io e il mio amico Massimo (rivelatosi uno stupefacente compagno d’avventura e che mi ha fatto morire dal ridere) partiamo da Fiumicino alle 15.30, evidentemente troppo tardi, visto che siamo riusciti ad arrivare all’Expo per il ritiro del pettorale solo alle 19.59, un minuto prima della chiusura.

Arrivarci è stato arduo. Una volta sbarcati all’aeroporto Charles De Gaulle, abbiamo sceso e salito millecinquecentomila scale e scalini della metro, abbiamo cambiato RER, metro e cazzi vari, arrivando stravolti e, soprattutto io, col piede dolorante all’Expo.

Dopo aver finalmente ritirato il pettorale, siamo tornati tardi in Hotel dove siamo crollati nel letto, stanchi morti.

L’HOTEL

Letto? Insomma, si fa presto a dire letto. Avevamo un baldacchino da una piazza e mezzo pure mezzo sfondato al centro, sai che ridere ?!?!?! Io e Massimo, per sua auto definizione “sconclamato” ci siamo scontrati più di una volta nel nostro talamo, vabbè… andiamo avanti.

La cosa più esclusiva che potevamo vantare in stanza era il bidet ad estrazione. Un prodigio della tecnica ed ingegneria d’oltralpe. Il sanitario era bellamente nascosto sotto al lavandino, pronto a balzare in avanti appena un italiano avesse avuto voglia di sciacquarsi gli zebedei, visto che loro (i francesi) non lo fanno… Bleah. Nel frattempo le ore avanzavano e, mentre Massimo dormiva tra le braccia di Morfeo io alle 4.00 ero già sveglio a guardare il soffitto. Mi stava succedendo la stessa cosa di Firenze… mah.

Alle 6.45, siamo andati a fare colazione… sembrava di essere entrati nella casetta dei sette nani, una sorta di stanzetta piccolissima, dove erano allineati sette mini tavolini e dove davvero si stava strettissimi. Dopo esserci mangiato questo mondo e quell’altro tra pane abbrustolito, marmellate, dolci, succo d’arancia ecc ecc, ad un certo punto ce ne siamo tornati in stanza. Ci toccava la prima impresa della giornata: riuscire a farmi l’iniezione con l’antidolorifico. Dapprima sembrava una cosa semplice, pensavo. E che ci vorrà mai? Miiiiii, avevo il terrore !!! Volevo farmela da solo ma non ci sono riuscito. Toccava a Massimo, solo lui poteva farcela. Mentre aspettavo che finisse sto supplizio, mio sono girato verso di lui, e sgomento ho visto il trapanatore folle che con sguardo preoccupato si avvinava alla mia chiappa brandendo l’attrezzo a mo di pugnale….. Mamma mia ma che cazzzzzzzzzzzzz, io ho paura!!! Alla fine, tra una risata e l’altra, Massimo è stato bravissimo e una volta fatta sta cavolo di iniezione, siamo finalmente stati pronti a tuffarci nel mare di runners che già vedevamo passare sotto in strada per affrontare la seconda impresa della giornata, correre la maratona.

IL BLOGPOINT

Alle 8, ci siamo incontrati per il mini blogpoint con Giancarlo (Blade Runner) che è arrivato debilitato a causa di raffreddori ecc… Sembrava un reparto ospedaliero, non ce n’era uno sano…

Salutato Giancarlo che dichiarava di voler correre sui 4.40 a km, dopo un mini riscaldamento io e Massimo siamo entrati in griglia, pronti per andare incontro al nostro destino… Io, nelle mie condizioni ero sicuro di non poter mantenere un passo più veloce dei 5 a km, Massimo era ben disposto a farla insieme a me e invece…

LA GARA

Pronti, partenza, via! Già dall’inizio, ho notato che dovevo procedere mantenendo il mio peso verso l’indietro, sul tallone per intenderci, ogni minima oscillazione in avanti provocava dolore… un casino. Anche in quelle condizioni, però, mi sentivo benissimo, sereno e tranquillo e vedevo uno dei 3 pace maker delle 3.15 che stava un paio di metri davanti a me. Inaspettatamente mantenevo i 4.50 a km e tutto andava bene.

Dietro di me, Massimo mi urlava di andare piano, di non esagerare, ma io stavo andando piano!

La giornata era splendida, freddina, ma soleggiata, mi sentivo davvero scoordinato, ma andavo, in qualche modo stavo correndo.

Al passaggio al 5° km la media era di 4.46/km, il pacemaker delle 3.15 era ancora li, il mio piede ogni tanto mi salutava… io lo ignoravo, o almeno ci provavo.

Al 10° km la media rimaneva di 4.46, cacchio, non va male… Dai Mario resisti!

Al 15° km la media rimaneva, anzi scendeva a 4.45, ammazza, sto regolarissimo, il fiume di gente che mi avvolge è fantastico, si vede di tutto. C’è un panzone tedesco che mi supera deciso e se ne va, porca trota, ma n’do vai con sta fretta? Tanto ti ribecco, cartofen!

Inaspettatamente al 18° km mi sono trovato davanti Giancarlo che si stava fermando… Ho cercato di convincerlo a venire con me, ma decideva di abbandonare, non ce la faceva… Cazzarola, mi è dispiaciuto un casino.

Al 20° il mio tempo era davvero incoraggiante! La media era scesa a 4.40 a km! Il tempo di fare questa considerazione, ed ecco che mi sento chiamare: “Risciiii, Risciii, Allez Allez, courageeee” Dato che l’invito proveniva da una dolce voce femminile, ho guardato verso il pubblico per vedere chi fosse questa sirena ammaliatrice… Non l’avessi mai fatto. Non sono andato a finire col piede che mi faceva male in una buca che mi ha fatto prendere una storta proprio li, dove avevo il dolore?! Li mortacci sua che maleeeeeee. Come Fantozzi, sono andato in estasi da morte apparente e m’è apparso l’Arcangelo Gabriele. Non potevo fare atro che fermarmi per qualche minuto sperando che il dolore si attenuasse un po’. Le persone mi incitavano a ripartire, invitandomi con ampi gesti a correre. “Ma andate a fanciccio”, pensavo, mentre stavo già pensando di mettere la freccia a destra e fermarmi ai box. Ricordo che vedevo il passaggio della 21. Forse questo mi ha aiutato a ripartire. Dopo tutto sto macello, con mio sommo stupore, passavo alla mezza mantenendo i 4.46 a km!

Man mano che i km passavano, la copertura del dolore diminuiva e la stanchezza aumentava. Il mio procedere scoordinato, stava provocando dolori strani all’altro piede e alla gamba destra… mmm

Al passaggio al 25° km la media si è alzata a 4.54 a km. “Ecco qua”, pensavo, “muro, dietro a quale curva sei?”

Ad un certo punto sento la voce di Massimo… “Mario, che cazzo ci fai qua?” Neanche il tempo di rispondergli che passiamo davanti ad un ristoro, mi fermo a prendere l’acqua, il tempo di girarmi e lo perdo di vista… Cavolo, se ne sarà andato? Boh, riparto. Il piede mi dice che si vuole fermare, lo mando a fare in culo e proseguo!

Al passaggio del 30° km e del 35° km la media si mantiene a 4.55 a km. Sebbene, storto, zoppicante e scoordinato, mi accorgo di cominciare a superare io molti runner in crisi. Tra gli altri ne ricordo uno, con la canotta col nome “Giuseppe” sulle spalle. L’ho incitato di non mollare, speriamo non l’abbia fatto.

Il finale è bellissimo, mi rendo conto di non aver incontrato nessun muro, di non avere crampi, solo di zoppicare! 39, 40, 41, 42, gli ultimi metri addirittura aumento e passo all’arrivo in 3h27’33’’… chiudendo con una media generale di 4.55/km.

Certo sono calato, ma sono felice e appagato. La sera precedente il piede mi faceva un male cane, ora avevo corso per 42 km e 195 mt… Che soddisfazione immensa. Sensazioni che chi è lontano dal nostro mondo, manco immagina… Mentre mi avvicino all’uscita, sento Massimo che mi chiama! E’ arrivato in 3h 29’ e rotti. Davvero un gigante, lui che veniva da un lungo infortunio, che ha corso quasi niente e che il suo lungo è stato “solo” di 28 km. Che dire? Un gigante.

Alla fine Parigi è stata un successo, per entrambi…

Certo, per me è stato importante concludere la gara, e che questo abbia coinciso con l’abbattere il mio P.B. di oltre 8 minuti! Avevo un 3.35 a Treviso 2008. Da qui, ora si riparte più determinati che mai… Questo è solo un punto di partenza, non certo un arrivo! Oltre che a me stesso, dedico questa gara alla mia famiglia, che sopporta i miei continui impegni, allenamenti ecc e a Enzo che, raccogliendomi dallo stato più confusionale possibile, mi sta aiutando a trovare la giusta strada per fare bene in maratona.

5 commenti:

GIAN CARLO ha detto...

A vedere la foto si capisce che non avevo speranze... tu come detto vali molto meno... e presto fari il time che ti appartiene. questo ti è solo servito per prendere fiducia.

Unknown ha detto...

Straordinario!
Che prestazioni!!!! ragazzi siete dei marziani!

Alvin ha detto...

Il tu sorriso nell'ultima foto, spiega tutto...vai così!

Mario ha detto...

@ giancarlo: spero di poter ricorrere una maratona insieme
@ Dave: grazie Dave, troppo buono, ma siamo solo dei discreti tapascioni :)
@ Alvin: Grazie Mitico!

Alberto Bressan "Pasteo" ha detto...

3h27’33’’ é un successo grandioso! Vedrai che alla prossima il piede non ti darà più noie e così andrai ancora più forte!Grande Mario sono mega felice per te!