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domenica 30 dicembre 2018

2018, un altro anno di corse!

Anche il 2018, tra alti e bassi è volato via. E' stato un buon anno, trascorso senza infortuni, e questo è già stato positivo. Due maratone, Milano e Ravenna e la solita Ultramaratona di 50 km del Gran Sasso. Certamente la qualità della corsa e i risultati non sono più quelli di una volta, ma chi se ne f...
Ho corso in tutto 2660 km, non male, dai! 
Ho deciso che quest'anno è stato l'ultimo in cui ho corso le ultra, cercherò di concentrarmi su obbiettivi più alla portata del mio essere runner 57enne. Quest'anno sarà tutto diverso. Vediamo cosa riuscirò a combinare. 
Buone Corse e Buon Anno Nuovo.



sabato 17 novembre 2018

Maratona di Ravenna 2018

Ed eccomi qui a raccontare la mia ennesima maratona, la Maratona di Ravenna. La mia evoluzione di runner volge al ribasso e, sinceramente, non so se la cosa mi importi, oppure no!
E' inutile pensare ai tempi quando concludere una 42 km in 190 minuti mi faceva davvero incavolare. Adesso corro, corricchio direi, non mi alleno come dovrei, eppure ho la presunzione di voler ancora correre la maratona e farla anche bene.
Naturalmente la Signora delle gare non si fa conquistare tanto facilmente e la conquisti solo con impegno e dedizione, altrimenti non sarai mai un protagonista, ma una semplice comparsa.
Non fraintendetemi, per protagonista intendo verso te stesso, verso il tuo orgoglio, nell'unico obiettivo di dimostrare, soprattutto a te stesso che vali di più!
Sono un paio d'anni invece che metto le scarpette tanto per metterle, mi pongo l'obiettivo di gare senza tuttavia prepararle, ma proprio per niente. Mi passerà? Non lo so, io penso di sì, prima o poi rinasco dalle mie ceneri, intanto corricchio. 

Tra le tante gare ho scelto la Maratona di Ravenna. Scelta 20 giorni prima della gara, così, senza un perchè, mah...

La vigilia 
Arrivo il sabato precedente in una città sonnacchiosa e rilassata. Quella bellissima atmosfera di provincia che mi ricorda tanto la mia Parma. Le strade pulite e ordinate, bella gente che si intrattiene nei tanti locali del centro città. Tra le persone ecco spuntare ogni tanto gruppi di runners, riconoscibilissimi soprattutto per la sacca del pacco gara che tutti portano addosso. La gran parte sono in tuta. Sono entrati già in modalità pregara. Li vedi tesi, nervosi, pianificano il giusto passo gara. misurano quanti grammi di riso o di pasta mangeranno tra poco. Io mi siedo ad un bar e bevo una birra...
Dopo un bel girare vado all'Expo per ritirare il pettorale. Ci sono molti runners che si intrattengono nei vari stands. Per la stragrande maggioranza sono i rappresentanti di gare di maratona italiane e straniere. Mi accorgo che le ho corse quasi tutte: "Mamma mia quanti ricordi!".
Ok, basta sentimentalismi, devo organizzare una maratona domani. Ho corso un solo lunghissimo. La 32 km a Parma. Cercherò di farmelo bastare!

La gara 
Arrivo in zona partenza e mi rendo conto delle migliaia di persone che la affollano. Madonna Santa che casino! Mi siedo alla base di un monumento posto davanti alla monumentale chiesa e aspetto che si parta.
Non vedo nessuno degli abruzzesi. So che oggi c'è Alessio. E' un forte atleta che oggi farà bene, ne sono sicuro. Vedo in lui la potenza atletica e la forza mentale. Se ci fossero montagne oggi le spianerebbe. 
Non fa neanche freddo, quasi quasi porto la sacca al deposito borse e comincio a scaldarmi. Ecco che incontro Laura, Moreno e Marco dei Pescara Runners. Non sapevo fossero qui. Trascorro qualche minuto con loro, ma li devo subito lasciare, è già ora di mettersi in griglia. Tra qualche minuto si parte.
La partenza è molto bella, io sono indegnamente in prima griglia e umilmente mi stringo su un lato per farmi sorpassare dai velociraptor accelerati che vanno già forte.
I primi km li corriamo in città tra le belle strade centrali. Io non voglio rischiare e imposto il mio Garmin sui battiti e non sul passo gara. Nei giorni precedenti ho visto che corro bene sui 130 BPM e non voglio superarli. 
Verso il 10° km mi superano i pacers delle 3 ore e 30... Li guardo e non commento nulla. Oggi ciò che merito raccoglierò. Una cosa è certa, sono qui a correre una maratona. 
Il mio orgoglio ferito traballa ancor di più quando mi supera un runner-gladiatore. Il nostro amico corre con il tipico elmetto, il costume e anche la spada di un gladiatore romano. Ossignur, penso, Mario, oramai sei un runner finito.
Nel frattempo la corsa ci porta fuori città verso Classe. Arrivati al capolinea torniamo indietro sulla stessa strada e così mi accorgo che comunque dietro di me sono in tantissimi e questo mi rincuora un pò.
Torniamo a Ravenna e, mentre quelli che corrono la mezza si avviano all'arrivo, noi giriamo a destra e corriamo fino a Punta Marina Terme. Passo il 30° e non mi sono ancora fermato. Sono contento. Mancano solo 12 km e sono curioso di come andrà a finire.
Al 35° km comincio a soffrire e mi fermo ogni tanto a prendere fiato. Controllo i battiti e li riporto bassi. Arrivo al 40° km tra alti e bassi. Gli ultimi 2 km invece accelero e li finisco molto bene. Percorro il rettilineo finale a tutta birra. Vedo l'arrivo avvicinarsi sempre più taglio il traguardo con un occhio sul display che, impietoso, mi dice: 3:44:20. 


Sono felice per aver concluso la mia 27ma maratona. Quest'anno ho corso due maratone (Ravenna e Milano) e una 50 km (del Gran Sasso) e va bene così.
Per la prossima torno ad allenarmi in gruppo, cercherò di allenarmi meglio, verso un nuovo sogno.


Buone Corse!


giovedì 4 ottobre 2018

La scintilla dell'Empatia


Tra il clamore della folla ce ne stiamo io e te, felici di essere insieme, parlando senza dire nemmeno una parola.
(Walt Whitman)

Ritrovarsi, così come se non ci fossimo mai lasciati. Sembra il testo di una canzone o di qualche poesia, in realtà sono le bellissime emozioni e sensazioni che provo in questi giorni. 

Purtroppo non è un periodo positivo per Monia. Lei mi ha chiesto aiuto, una spalla, un'ora di corsa insieme per potersi distrarre e sfogare, distraendosi per un pò dal marasma di pensieri che la pervade. Io sono grato per la sua richiesta ed entusiasta di esserci.

Chi è Monia per me? Facile, è il mio alter ego, la compagnia di mille avventure, la persona con la quale basta uno sguardo d'intesa per intendersi. Una persona a cui voglio un mondo di bene. 
La conosco da sempre. Ci siamo ritrovati molti anni fa e siamo cresciuti insieme, in un misto di emozioni, soddisfazioni sportive,  grandi sacrifici e grandissimi traguardi raggiunti che sono culminati nel 2011 con i nostri personali in maratona e tra noi c'è una grande empatia. 

Poi la vita, le situazioni, ci hanno un pò allontanato, ma lei sa, come io so, che il nostro vincolo d'amicizia è a doppia mandata.

For ever and ever 

In questo periodo mi ha cercato ed io ho accettato volentieri di riallenarmi insieme. Come per magia i km non contano più, non esiste strada in pianura, in collina, che sia un problema. Insieme si corre forte, fortissimo, con un ritmo ed una vitalità che non ricordavo più.

Grazie Monia 



Buone Corse



mercoledì 1 agosto 2018

Ultramaratona del gran Sasso 2018



Sono davvero contento di aver partecipato a questa gara. Avrei voluto non cimentarmi più in gare ultra, ma ho fatto con molto piacere una eccezione e partecipare alla bellissima gara che si tiene nel piccolo Tibet d’Abruzzo.
Devo ringraziare Franco Schiazza che mi ha fortemente voluto, facendomi una corte spietata, manco fossi una bella donna. Alla fine devo ringraziarlo. Inconsapevolmente, mi ha regalato un altro dei momenti indimenticabili della mia umile storia da podista. 
Questo per me è un periodo di transizione, la forza e la motivazione sono calati. Quell’allenarsi metodico e duro è solo un ricordo. Porto con me soddisfazioni, risultati, esperienze, amicizie, avventure di ogni genere e in ogni dove. Indimenticabili.
Voglio comunque rimanere, per quanto possibile, il più possibile un podista e runner competitivo, seppur con un passo più lento.
Per fare ciò ho deciso di calibrare meglio i miei impegni e per questo ridimensionare gli sforzi. 
Per questo ho deciso di chiudere con le ultra. Chi mi conosce bene sa che non è una decisione presa a cuor leggero. La distanza mi stimola, ho tentato sempre di arrivare nel minore tempo possibile, impegnandomi al massimo. Se poi ci sono anche le salite, meglio ancora.  

Venendo alla gara...

La sveglia è suonata presto a casa Ricci, i movimenti automatici e assonnati sono tuttavia già stati pianificati la sera prima. Ogni cosa è lì, ben allineata e coperta, dai vestiti agli accessori. Dopo una frugale colazione sono già per strada ad aspettare I miei amici coi quali condividerò questa stupenda giornata.
Roberto Capriotti. Un vero guerriero. Atleta da sempre, si pone e raggiunge sempre nuove sfide. Un atleta a 360° gradi. Corre, nuota, va in bici e poco gli importa se, a volte il suo fisico gli porta qualche acciacco. E’ un guerriero, un lottatore, un caterpillar che passa sopra tutto e alla fine vince lui;
Francesco Del Balzo. L’amico che tutti vorrebbero avere. Ha un carattere simpatico è disponibile, sempre pronto alle sfide e a nuove avventure. Il rispetto e l’amicizia ci hanno coinvolto da sempre;
Leonardo Manfrini. È sempre troppo poco il tempo passato con lui. Personaggio unico nel suo genere. Quando immagino la figura del campione penso a lui. Non so più quante 100 km del Passatore, quante centinaia di maratone in Italia e nel Mondo ha corso. Eppure il suo profilo è bassissimo, sembra arrivato per caso nel mondo della corsa. Sembra un granello di sabbia ed invece è una montagna.


Questo il gruppo. Tra andata e ritorno mi sono divertito un mondo. È stata una giornata serena e felice. Mamma mia quante risate. Leonardo Manfrini da questo punto di vista è letale come la sua arma segreta che sfodera ovunque e davanti a chiunque, senza alcun problema. Non posso approfondire l’argomento, ma ...

La partenza come al solito avviene dalla Piazza Medicea di  Santo Stefano di Sessannio. Bello, bellissimo paesino ricco di storia e di gente orgogliosa che lotta quotidianamente per riportarlo alla completa ricostruzione. 

Arrivati nella zona della partenza partenza saluto tutti gli amici che incontro. Non frequento più assiduamente le gare e quindi alcuni non li vedo da tempo.



Il tempo vola e in poco tempo arriva il momento dello start. Sono rilassato e tranquillo, mi tengo indietro rispetto alla ressa della linea di partenza, tanto sarà lunghissima...



Cominciamo con un piccolo giro del paese al termine del quale si prende la via di Rocca Calascio. Quest’anno è davvero un serpentone imponente di atleti quello che si muove sulla bella strada panoramica che ci conduce alla famosa Rocca. Questa volta si vede gente che è venuta da lontano (siciliani per esempio) e c'è la sensazione di trovarsi a correre in una gara dal sapore nazionale, e perché no? Anche di più. 
C’è tanta differenza dalla prima edizione cui partecipai. dove eravamo 130 o 150, ora non ricordo perfettamente.
La strada volge in discesa e molti mi superano. Forse non sanno che tra un po’ si salirà, e non poco, e forse non si rendono conto che oggi si correrà’ per tanto tempo.


Rocca Calascio arriva velocemente e li mi imbatto in un gruppo di grandi (e forti) amici di Pescara. Antonello, Diego, Luca è un quarto di cui non so il nome, che si tiene un po’ in disparte.


Il passo lo fa Anfrix. E’ fantastico, preciso come un orologio svizzero. Io ogni tanto accelero, decellero, tiro, mollo, lui invece va liscio come l’olio, e lo farà per tanti km.
Tutti insieme arriviamo e attraversiamo Castel del Monte, la vera anticamera delle salite. Sì, finora c’è ne sono state, ma erano niente, in confronto.
La salita inizia inesorabile e piano piano il gruppo si sgrana e si perde il contatto tra di noi. Rimaniamo io, Luca e quattro o cinque runners coi quali correremo insieme quasi fino all'arrivo.


Il passaggio al valico Capo La Serra, chiude la prima parte della gara. Da li ci lanciamo nella bella discesa che ci accoglie e ci lancia nella sottostante Piana di Campo Imperatore. 
Passati i ristori del 25° e 30° km, arriviamo all’altezza delle macellerie dove orde di motociclisti, camperisti, automobilisti e chi nè ha più nè metta, stà arrostendo carne sulle griglie. Il profumo irresistibile mi stuzzica le narici, ma è solo un attimo. Volgo lo sguardo a sinistra e noto la strada inerpicarsi nella salita dove sparuti runners all'orizzonte sono già lontani anni luce da me. 
Vabbè Mario, che vuoi fare? Rimboccati le maniche e corri!
 
A metà salita mi imbatto in Luca, fermo sulla sinistra, completamente bloccato. I crampi lo hanno immobilizzato e non riesce a fare niente. Mi offro di farlo stendere a terra, ma lui rifiuta. Aspetterà che gli passi. In effetti, passato l’effetto, dopo pochi minuti è qui, dietro di me. Arriva come un trenino sbuffante. Il ragazzo è forte e determinato e oggi nulla lo fermerà.

Arriva la salita del Lago Racollo e, mentre io vado bene, Luca si riblocca e si ferma. Io proseguo insieme ai soliti quando ecco che, alla salita del 39°, Luca mi si fa sotto e con passo agile mi supera e se ne va. 

Eccolo il ristoro del 40° km, la porta verso Santo Stefano. La strada da qui scende tranquilla, ma decisa. I km passano più velocemente e l’arrivo non è più così lontano. Superato il 45° raggiungo Luca, io sto bene e lo invito ad un finale in progressione. Immagino cosa avrà pensato, tritato di crampi com’era, ma da gran signore quale è mi viene dietro.

Nell'affrontare i tornanti in discesa mi giunge l'eco dell'altoparlante all'arrivo. Sto bene e accelero trascinandomi Luca a 4:30 a km, onorando al massimo il mio pettorale nr. 1.


Finalmente raggiungiamo Santo Stefano, il tempo di ricomporci, prenderci per mano per tagliare il traguardo. Ci sembra il modo migliore per suggellare una gara corsa sempre insieme. 

Luca è un pischello, giovanissimo in confronto al Matusalemme che scrive, e sono consapevole che se non fosse stato fermato dai crampi, sarebbe arrivato già da un pò, ma i crampi hanno fatto si che io mi godessi la sua simpaticissima compagnia.


Voglio anche fare i complimenti al mio grande amico Alessio Landolfa, che al Gran Sasso è stato bravissimo. 39° assoluto e 10° di categoria. Ha corso senza il minimo problema. Prevedo per lui un futuro pieno di fuochi d'artificio. 
Terminator!


Ok, ho finito. 
Peace & Love. 
Mario

sabato 28 luglio 2018

Essere felici? Basta poco!


Questo bracciale mi è stato regalato per il mio ultimo compleanno. Bellissimo pensiero che ho gradito molto, perchè ha saputo cogliere la mia passione smisurata per la corsa in tutte le sue varianti e sfaccettature. Il correre mi completa, mi scarica, mi fa stare bene. L'essere felici con poco. 
Mi basta mettere un paio di pantaloncini, una maglietta, scarpette e via ad incontrare altri amici runner e correre divertendomi. Tutto qui... Born to Run, nato per correre!
Poi ci sono situazioni ancora più adrenalitiche e imperdibili come le gare. La vigilia, la gara, il dopo gara, il tutto condiviso con gli amici di sempre. 
Una di queste occasioni sarà domani.
Domani, infatti, ci sarà la fantasmagorica 50 km del Gran Sasso. Una gara bellissima e durissima che davvero ti impegna fisicamente e mentalmente. Arrivare sarà una soddisfazione indescrivibile. Arrivare bene o male, sarà solo un dettaglio.
Questo sarà il mio 4° anno consecutivo cui partecipo e sicuramente l'ultimo. Adoro le ultramaratone, ma bisogna accettare e capire quando dire basta.
Non voglio però essere triste, sono davvero contento di esserci per l'ennesima volta. Partecipare a questa bellissima gara che è cresciuta nel corso degli anni, sempre più, fino ad oggi, mi riempie di orgoglio.
Sono contento di essere testimone dell'esordio di Alessio, che farà una grande gara. E' il suo momento!
Ed ora amici runners godiamocela. 
50 km di puro divertimento... (spero)    

  

sabato 28 aprile 2018

Angelo Cannone e la sua Marathon des Sables


Ciao Angelo, ti ringrazio per aver accettato l’invito a condividere con tutti noi quelle che sono state le tue emozioni, le tue sofferenze, i tuoi pensieri nella tua corsa solitaria e selvaggia nel deserto.
Innanzi tutto premetto che tu ed io ci conosciamo da sempre. I miei inizi quasi corrispondono ai tuoi. Le gare prima, alcune persone che hanno ritenuto di condividere il loro percorso con noi dopo, ci hanno unito ancora di più. La nostra amicizia dura nel tempo.
Anche per questo è un onore e un piacere ospitarti nel mio blog per questa intervista:


Mario: Allora Angelo, so che sei un ottimo runner su strada, ma essere un runner normale non ti basta. Spesso partecipi a gare che la stragrande maggioranza di noi neanche si sognano di fare. Ci racconti cosa ti attrae di quelle gare corse al limite, magari spiegando a tutti noi a quali gare hai partecipato?
Angelo: Ciao Mario, si sono tanti anni che ci conosciamo, innanzitutto voglio ringraziarti per questo tuo invito. Venendo alla tua domanda, come già sai, non mi sono mai ritenuto un atleta forte su strada. Ti ringrazio per il tuo giudizio che apprezzo molto, ma in realtà ho sempre amato correre in mezzo alla natura, con una particolare predilezione per la montagna. Chiaramente per me la natura non è solo montagna, ma è anche correre sotto il boschetto di casa, sulla costa dei Trabocchi, sulle polverose strade delle colline, sul mare, lungo il fiume, ecc. In tutte queste situazioni io mi sento in pace con me stesso e rilassato.



Mi chiedevi delle mie gare. Come sai, ho partecipato a molte gare all'estero. In Cina, dove ho corso la distanza della maratona sui terribili gradini e gradoni della Grande Muraglia; Sui Monti Dolomitici, Ho avuto un primo assaggio della corsa nel deserto nel 2012, partecipando alla 100 km del Sahara che si è corsa in Tunisia. Anche questa una gara a tappe, anche se per niente paragonabile con la Marathon Des Sables.
Queste per me, più che competizioni con gli altri, sono gare con me stesso per vedere dove il mio corpo è la mia mente può arrivare...


M: Che cosa è per te avere testa, cuore e gambe? 
A: Come dicevo, in queste gare oltre ad avere tante ore sulle gambe devi avere anche tanta forza mentale non devi mai mollare altrimenti il ritiro è inevitabile corri tutti i giorni per tanti km non devi lasciare nulla al caso.


M: Ora ti prego, raccontaci come hai deciso di partecipare alla MdS e com’è stata la preparazione, che so, essere stata lunga e laboriosa.



A: Ho iniziato a seguire questa gara da quando, circa 10 anni fa, vidi un documentario di un atleta italiano che si perse a causa di una tempesta di sabbia proprio in questa gara, Miracolosamente lo trovarono dopo circa 10 giorni. Sopravvisse rifugiandosi in un tempio abbandonato trovato nel deserto, nutrendosi di pipistrelli e bevendo la sua urina.
Sono sempre stato affascinato dalle storie di avventure e delle gare estreme, da allora ho sempre sognato di farla e finalmente lo scorso mese di giugno 2016 mi sono iscritto.
Da quel giorno è iniziato il lungo è faticoso cammino/preparazione fisica.
Sono arrivato a correre anche 160 km a settimana con lunghissimi da 40 fino a 60 km, tutti corsi con lo zaino, allenandomi su terreni collinari e fangosi, spesso con freddo e pioggia.
Inoltre ho iniziato a ricercare cibo liofilizzato, abituandomi a mangiarlo prima durante e dopo l'allenamento.
Ho cercato materiali tra i più leggeri in commercio come il sacco a pelo, lo zaino e il kit obbligatorio. Pasticche per l’accensione del fuoco, il fornelletto, ecc. ecc.Ho dedicato molta attenzione a ciò, perché uno degli elementi più importanti della MDS è proprio il peso dello zaino.
Ti garantisco che non è stato per niente facile calcolare le calorie giornaliere con il peso dello zaino. 
Sono stati mesi molto faticosi e snervanti. Un po’ egoisticamente, non ho pensato ad altro, dedicandomi solo a realizzare il mio sogno, a volte tralasciando anche la mia famiglia, ma sono stato fortunato. Loro sono stati i miei primi supporters e mi hanno dato la forza di resistere e di credere sempre più al mio obbiettivo principale, a tutti i costi essere un finisher della famigerata MDS.



M: Da Dove è partita e dove è arrivata la corsa?
A: La gara si svolge nel sud del Marocco, ai confini con l'Algeria ed è lunga circa 250 km, articolata in cinque tappe cronometriche, un giorno di riposo e una tappa, l'ultima, di beneficenza (30 km, 38 km, 34 km, 86 km, il giorno di riposo, 42 km e 8 km). Queste le tappe di quest'anno.La gara va corsa in completa autonomia, tranne che per l'acqua razionata, che è fornita dall'organizzazione. 
Vivere e correre nel deserto ti porta a non lavarti per sette giorni, a dormire per terra sulle pietre. Ciò ti porta a svegliarti la mattina con dolori ovunque.
Al termine della giornata di gare avevo dolori dappertutto, appena tornato in tenda, non avevo possibilità di farmi una doccia o un materasso su cui sdraiarmi.
Il più delle volte dovevo togliere le pietre sotto il tappeto su cui ero sdraiato.
Dovevo accendere il fuoco per scaldare l'acqua.


Insomma, dovevo rimanere concentrato anche dopo aver corso la tappa, e pochi erano i momenti di relax. Di giorno correvo con temperature che andavano dai 35 hai 40 gradi, mentre di notte scendevano anche a 5° 


Una notte, a causa di una tempesta di sabbia, la tenda berbera fornita dall'organizzazione ci è crollata addosso. Siamo rimasti lì sotto quasi tutta la notte. La mattina avevamo sabbia dappertutto e dovevamo anche partire per la tappa! Insomma, tutto quel che si dice su questa gara, è vero! 
Non la devi sottovalutare! Ho visto piedi massacrati dalle vesciche, atleti che si sono ritirati per la disidratazione.


Ribadisco che questa gara ha bisogno di tanto rispetto e deve essere affrontata con la massima attenzione, il cuore non basta e ci vuole tanta testa!
Si corre in uno dei posti più “estremi” della terra e nulla è stato facile, ma posso dirti che è stata anche l'esperienza più bella della mia vita di atleta e di uomo. Ho dovuto dividere la tenda con altri 7 sconosciuti. Affrontare le difficoltà, dare e avere solidarietà e aiutarsi reciprocamente ci hanno molto legati, tanto che alla fine sembrava ci conoscessimo da sempre. 

Si è creato un rapporto umano che nelle “solite” gare e/o anche nella vita di tutti i giorni, ormai non esiste più
L’intesa e l’affiatamento erano talmente alti, tanto che alla fine non potevamo fare a meno uno dell'altro.  Trascorrevamo il tempo raccontandoci delle cose che nemmeno alla tua famiglia hai mai raccontato. Eravamo diventati come fratelli, Ricordo il giorno che Patrik, il direttore della gara, mi ha messo al collo la medaglia di finisher. 


Subito dopo, entrato in tenda, ho trovato Filippo Canetta (atleta della nazionale italiana di trail running) primo degli italiani. E sono scoppiato in pianto liberatorio che è durato per almeno 10 minuti, Per me emozioni indimenticabili!


M: Alla corsa hanno partecipato atleti di molte nazionalità, ma gli Italiani? Quanti ne eravate, come vi siete classificati? E tu rispetto agli Italiani? 
A: Ho chiuso la gara classificandomi 88° assoluto su 1100 partecipanti provenienti da tutte le parti del mondo, e 3° italiano su 25.
Per gli organizzatori, classificarsi tra i primi 100 arrivati, equivale a essere uno dei Top, e per questo sono molto soddisfatto, ma ti dico la verità, la classifica per me non è mai stata importante, in questa gara l'ultima cosa che conta è la prestazione cronometrica. 
Ho visto la classifica l'ultimo giorno di gara per la sola curiosità. Dovrebbe essere sempre così, anche nelle gare che si fanno di solito, senza invidie, godendosi esclusivamente la corsa.


Dicono che la notte nel deserto sia difficile da affrontare… Si, di notte il deserto è molto insidioso. Nelle corse notturne i segnali predisposti dall'organizzazione per guidare i concorrenti, non sempre erano evidenti. La sola luce frontale non era sufficiente. 


Eppure, la difficoltà, il buio, il freddo e la solitudine con me stesso di notte nel bel mezzo del nulla, sotto un cielo stellato che raramente avevo visto, è stato qualcosa si straordinario, ricordi che rimarranno indelebili nel mio cuore.


M: Cosa ti ha lasciato questa esperienza? 
A: Beh, prima di tutto, mi ha riempito di orgoglio e stima verso me stesso, Poi la scoperta di avere tantissima forza e volontà, che nemmeno io sapevo di avere. Ricordo nella tappa lunga, intorno al 70' km, mi chiesi come facevo ancora a correre dopo aver già fatto 3 tappe impegnative; Ecco proprio in quel momento ho scoperto veramente me stesso, quello che sono, cosa posso riuscire a fare, quando credi ciecamente ai tuoi sogni.





M: Ora tornerai a correre in montagna?
A: Che progetti futuri hai? Non so cosa farò in futuro. Naturalmente tornerò ad allenarmi e a correre in montagna, ma per adesso voglio stare lontano dalle gare impegnative e riprendermi un po’ la mia famiglia, la mia vita e mia moglie, che in quest’anno è stata la persona più importante, la mia prima motivatrice e complice, capace di comprendermi e avere tanta, tanta pazienza, nei momenti più difficili e duri.





domenica 18 marzo 2018

Lunghissimo di 35 km "up and down"


La forza non deriva dalle capacità fisiche, 
ma da una volontà indomita.

(Mahatma Gandhi)

Mi piace riassumere con questa frase il riassunto dell'allenamento di oggi.
Tra le tante gare che hanno impegnato i runners abruzzesi, siamo rimasti in pochi ad allenarci a casa. 
Oggi ci toccava il cosiddetto "lunghissimo", l'allenamento più temuto, quello che si tende sempre a rimandare, quello da cui se ne esce peggio, ma anche quello che ti carica a manetta, quello che ti dà fiducia in te stesso, quello che ti dà la consapevolezza di praticare uno sport non per tutti, fatto di sacrifici, ma che coinvolge e cementifica i rapporti tra chi lo fà.

Domenica, esterno, riviera di Pescara, ore 08:30, Ponte del Mare. Freddo e umido, voglia di correre zero. Mi ritrovo con alcuni amici. Finalmente c'è anche Laura che correrà. Pochi km, ma correrà. La aspettiamo, non c'è fretta, ma deve tornare a rendere ancor più belle le nostre uscite. 

Dopo pochi km si serrano i ranghi, rimaniamo in quattro, io, Marco, Roberto e Diego. 
Marco ha proposto di fare il lungo correndo anche in collina, per non sbatterci nell'andare avanti e indietro sulla riviera. Ok, proposta accettata. 

Partiamo dal Ponte del Mare e arriviamo alla Warner. Attraversiamo la strada e, senza pensarci troppo prendiamo la direzione dell'interno, fino a Cappelle.
Fin qui turno ok, procediamo insieme e senza alcun problema. Ora la strada si inerpica un pò. Musica per me, piano piano mi allontano dagli altri, ma rimaniamo comunque in vista l'uno degli altri.
Sicuri e determinati, eccoci arrivare a Montesilvano Colle, che decidiamo di circumnavigare attraverso il bellissimo belvedere che la cinge tutta attorno. Sbucati in piazza, ci buttiamo giù in discesa correndo a perdifiato in cerca del mare. Scendiamo belli allegri e le distanze non ci condizionano.
L'agognato mare e la sua riviera ci fanno un bello scherzetto. Vento contrario e pioggia. Oggi però sto caricato a molla e vado a chiudere il mio allenamento di 35 km addirittura in progressione, fermandomi col rammarico che potevo correre ancora per qualche km. 
Festeggiamo con un caffè al bar, mentre fuori comincia anche a piovere. Le gambe si irrigidiscono e fanno male ogni minuto che passa, ma a noi non ce ne frega niente, siamo più forti e la stanchezza non batte la voglia di divertirci. Eccoci qui.

Era il senso della bellezza che liberava di colpo dall'angoscia e la riempiva di un nuovo desiderio di vivere. Milan Kundera

Good Run everybody.

domenica 11 febbraio 2018

un lungo di gusto!


Ore 8:30 di una domenica mattina invernale, un freddo bestiale, nuvoloso, vento da nord freddo. Il cosiddetto "tempo di merda", eppure eccoci qui co un allenamento di 30 km da fare. 
Qua le cose si fanno serie, da ora in avanti gli allenamenti che ci porteranno alla maratona di Milano dell'8 aprile dovranno essere fatti bene ed quindi importantissimo non sbagliare per cominciare col piede giusto. 
C'è un problema. Un vento freddissimo e forte ci sfida. Accettiamo la sfida e decidiamo di andare a nord e correre controvento per 15 km, per poi sfruttarne la spinta al ritorno. 
Per correre i 30 rimaniamo in 4, io e altri tre ragazzi terribili. Antonio, Francesco e Roberto.
L'andata è rilassante e tranquilla, anche se condizionata dal ventaccio che ci flagella. Si parla molto e si scherza. Arriviamo fino all'estremo nord di Silvi.
Al rientro aumentiamo un pò il ritmo. Aspettiamo di riguadagnare la riviera di Montesilvano e cerchiamo di chiudere gli ultimi km correndo in progressione. Detto, fatto! Personalmente chiudo i miei 31 km in 4:48 di media. Soddisfattissimo! 
Allenamento corso sempre a buon ritmo e senza sbattimenti. 
Si dice che correre in compagnia si rende molto di più. La compagnia è tutto. Questa volta è proprio così. Oggi eravamo un caterpillar. Chi aveva la sfortuna di attraversare la nostra corsa veniva schiacciato!
Grazie ragazzi.

Good Run everybody.   

domenica 4 febbraio 2018

Correre felice

Non voglio mettere le mani avanti, ma è un periodo che mi sento meglio e riesco a correre senza troppi patemi e con una leggerezza che non ricordavo da tempo.
Dopo aver passato momenti di rallentamenti forzati dovuti ad allenamenti per le ultra e diminuzione della voglia di correre, fare sacrifici e mettersi in discussione, finalmente riesco a correre con la stessa motivazione (certamente non allo stesso ritmo, ma l'età avanza per tutti) di una volta.
Tornare a condividere gli allenamenti con gli amici di sempre è davvero bello. Riuscire a seguire i loro ritmi è fantastico e divertente. Oggi 25 km , domenica scorsa 27, sempre col sorriso, e soprattutto con il fiato giusto. E quanti runners ho salutato! Mi è stato detto: "Ma ti conoscono tutti?"
Eh, sì, so soddisfazioni!
Buone corse amici!