Come raccontare al meglio questa nuova avventura? Parlo di avventura, proprio perchè tale è stata. Correre una ultramaratona è qualcosa di molto diverso dalle gare cui ero abituato a partecipare.
L'impressione che ho avuto è stata quella di dover affrontare un salto nel buio...
Assolutamente non mi ritengo un ultramaratoneta navigato e sono letteralmente terrorizzato dalla distanza, ma non sono indifferente al suo fascino, al mettersi in discussione, al vedere fino a dove ci si può spingere con la mente e con il corpo.
Questo viaggio l'ho fatto insieme a Leonardo ed Eduardo, loro si grandi ultramaratoneti e con il gruppo della Inuit, capeggiato dalla presidentissima Claudia Gnudi.
Arrivare a Castiglione del Lago e scoprire che quel posto era spazzato da un vento fortissimo che faceva increspare l'acqua del lago, con una temperatura di 6 gradi è stato abbastanza triste... pensare che il giorno dopo avrei pure dovuto correre con quelle condizioni per 58 km, disarmante!
Comunque, il tempo dello start è arrivato ed io, dominando il mio istinto scattista, a mò di bradipo, ho iniziato la mia gara.
Devo dire che ho sofferto molto, le gambe non giravano, non riuscivo a trovare il giusto assetto di corsa. Avrei voluto accellerare e chiudere quella pratica prima possibile, ma non si poteva fare, bisognava gestire.
Ecco così che sono stato affiancato e superato da tanti amici che si sono dileguati davanti a me e mi hanno lasciato solo.
L'unica che, più o meno, è rimasta nelle mie vicinanze è stata Monica, che ho raggiunto all'altezza dell'undicesimo chilometro, mentre affrontava una salitona pazzesca e taglia gambe. Giunti al traguardo intermedio della 21 km a Passignano, abbiamo lasciato molti dei partecipanti della gara e imboccato un noiosissimo rettilineo che ci portava verso la prossima tappa dei 30 km. Devo dire che il mio procedere lento non mi ha aiutato per niente, non sono andato in crisi, ma poco ci è mancato, e tremavo al pensiero che la mia avventura era solo più o meno alla metà!
Arrivati alle porte di Magione, mentre molti imboccavano la strada verso il centro abitato per concludere la loro gara di 30 km, noi reduci, giravamo a destra per un sottopasso che ci manteneva sul lungolago.
Obbiettivamente il posto era bello, qualora avessi avuto il tempo e modo di fermarmi, apprezzare i contorni del lago, delle colline e di tutto l'insieme paesaggistico e magari fare pure un bel pic-nic. Invece no, la strada mi richiama subito all'ordine. Finisce l'asfalto e per un pezzo corriamo su un terreno brecciato...
Ci mancava anche questo, non bastavano i continui saliscendi, vabbè...
Finalmente arriviamo a San Feliciano, dove faccio un pit stop e dove per un pò corro affiancato ad un uomo che mi dice di avere 60 anni, ultramaratoneta, che mi accompagnerà fino al passaggio dell'arrivo della Maratona.
Mi dice che il bello arriverà ora, che la strada è ancora lunga e parecchio monotona e servirà tutta la determinazione possibile.... Depressione a gogò...
Finalmente arriva il 50° km, dove passo attorno alle 4h e 25 ed inizia l'avvicinamento a Castiglione del Lago. Il paese e lì, lo vedo in fondo a destra. Sta lì e non si avvicina mai. Il rettilineo che sto percorrendo non ha fine, non ci sono incroci, non c'è nessuno... Attorno a me pochi runner. Ne raggiungo uno, super piantato attorno al 54° km che anche lui, come me, ha le visioni, stà vedendo la Madonna e tutti gli Angeli in colonna. E' in piena crisi, la sua corsa è bruttissima, sembra che si possa rompere, spezzare in più pezzi da un momento all'altro...
Non so che dirgli, lo supero senza guardarlo e vado avanti.
Pensavo fosse finita e, invece.... Al 55 km ho lasciato la strada principale, deviato a destra verso il lago e, di conseguenza, ho dovuto lottare contro un vento fortissimo che mi ributtava indietro. Sembra di fare un passo avanti e due indietro.
E' inutile, devo lottare fino alla fine....
Ed eccomi qui, arrivato al traguardo, in tanti mi fanno i complimenti, non li conosco, ma sento che i loro apprezzamenti sono sinceri, sanno che nel mio piccolo ho fatto un'impresa.
Certo, non sono un ultramaratoneta, ma ho vissuto un emozione fantastica.
Dura, durissima,ma che soddisfazione!
Gara conclusa in 5h05'14, alla media di 5'20 - 87° assoluto su 309 arrivati e 13° di categoria.