RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Il 28 marzo, purtroppo, a 14 giorni dalla partenza, durante l’ultimo allenamento, un lungo di
E’ vero che correre è sacrificio, è vero che bisogna saper correre sul dolore, ma è anche vero che uno si domanda: ma perché tutte a me?
Che ci sia una qualche legge di Murphy che mi impedisce di avere un minimo di soddisfazione nella corsa regina dell’atletica leggera?
Mi sono trovato nella sicurezza di poter schiattare il Drago (maratona) da novello San Giorgio, ma senza la lancia per poterlo fare. Un macello!
L’infortunio mi ha buttato parecchio a terra emotivamente, ma per fortuna, dopo un primo momento di piangeria ha prevalso la voglia di lottare. Ho deciso di andare comunque a Parigi e di andarmi a prendere quella medaglia. Quattro intensi mesi di allenamento, non potevano essere buttati al cesso… E così ho fatto. Mi sono portato una fiala di antidolorifico da fare intramuscolo come ultima carta da potermi giocare prima della resa.
Io e il mio amico Massimo (rivelatosi uno stupefacente compagno d’avventura e che mi ha fatto morire dal ridere) partiamo da Fiumicino alle 15.30, evidentemente troppo tardi, visto che siamo riusciti ad arrivare all’Expo per il ritiro del pettorale solo alle 19.59, un minuto prima della chiusura.
Arrivarci è stato arduo. Una volta sbarcati all’aeroporto Charles De Gaulle, abbiamo sceso e salito millecinquecentomila scale e scalini della metro, abbiamo cambiato RER, metro e cazzi vari, arrivando stravolti e, soprattutto io, col piede dolorante all’Expo.
Dopo aver finalmente ritirato il pettorale, siamo tornati tardi in Hotel dove siamo crollati nel letto, stanchi morti.
L’HOTEL
Letto? Insomma, si fa presto a dire letto. Avevamo un baldacchino da una piazza e mezzo pure mezzo sfondato al centro, sai che ridere ?!?!?! Io e Massimo, per sua auto definizione “sconclamato” ci siamo scontrati più di una volta nel nostro talamo, vabbè… andiamo avanti.
La cosa più esclusiva che potevamo vantare in stanza era il bidet ad estrazione. Un prodigio della tecnica ed ingegneria d’oltralpe. Il sanitario era bellamente nascosto sotto al lavandino, pronto a balzare in avanti appena un italiano avesse avuto voglia di sciacquarsi gli zebedei, visto che loro (i francesi) non lo fanno… Bleah. Nel frattempo le ore avanzavano e, mentre Massimo dormiva tra le braccia di Morfeo io alle 4.00 ero già sveglio a guardare il soffitto. Mi stava succedendo la stessa cosa di Firenze… mah.
Alle 6.45, siamo andati a fare colazione… sembrava di essere entrati nella casetta dei sette nani, una sorta di stanzetta piccolissima, dove erano allineati sette mini tavolini e dove davvero si stava strettissimi. Dopo esserci mangiato questo mondo e quell’altro tra pane abbrustolito, marmellate, dolci, succo d’arancia ecc ecc, ad un certo punto ce ne siamo tornati in stanza. Ci toccava la prima impresa della giornata: riuscire a farmi l’iniezione con l’antidolorifico. Dapprima sembrava una cosa semplice, pensavo. E che ci vorrà mai? Miiiiii, avevo il terrore !!! Volevo farmela da solo ma non ci sono riuscito. Toccava a Massimo, solo lui poteva farcela. Mentre aspettavo che finisse sto supplizio, mio sono girato verso di lui, e sgomento ho visto il trapanatore folle che con sguardo preoccupato si avvinava alla mia chiappa brandendo l’attrezzo a mo di pugnale….. Mamma mia ma che cazzzzzzzzzzzzz, io ho paura!!! Alla fine, tra una risata e l’altra, Massimo è stato bravissimo e una volta fatta sta cavolo di iniezione, siamo finalmente stati pronti a tuffarci nel mare di runners che già vedevamo passare sotto in strada per affrontare la seconda impresa della giornata, correre la maratona.
Alle 8, ci siamo incontrati per il mini blogpoint con Giancarlo (Blade Runner) che è arrivato debilitato a causa di raffreddori ecc… Sembrava un reparto ospedaliero, non ce n’era uno sano…
Salutato Giancarlo che dichiarava di voler correre sui
Pronti, partenza, via! Già dall’inizio, ho notato che dovevo procedere mantenendo il mio peso verso l’indietro, sul tallone per intenderci, ogni minima oscillazione in avanti provocava dolore… un casino. Anche in quelle condizioni, però, mi sentivo benissimo, sereno e tranquillo e vedevo uno dei 3 pace maker delle 3.15 che stava un paio di metri davanti a me. Inaspettatamente mantenevo i
Dietro di me, Massimo mi urlava di andare piano, di non esagerare, ma io stavo andando piano!
La giornata era splendida, freddina, ma soleggiata, mi sentivo davvero scoordinato, ma andavo, in qualche modo stavo correndo.
Al passaggio al 5° km la media era di 4.46/km, il pacemaker delle 3.15 era ancora li, il mio piede ogni tanto mi salutava… io lo ignoravo, o almeno ci provavo.
Al 10° km la media rimaneva di 4.46, cacchio, non va male… Dai Mario resisti!
Al 15° km la media rimaneva, anzi scendeva a 4.45, ammazza, sto regolarissimo, il fiume di gente che mi avvolge è fantastico, si vede di tutto. C’è un panzone tedesco che mi supera deciso e se ne va, porca trota, ma n’do vai con sta fretta? Tanto ti ribecco, cartofen!
Inaspettatamente al 18° km mi sono trovato davanti Giancarlo che si stava fermando… Ho cercato di convincerlo a venire con me, ma decideva di abbandonare, non ce la faceva… Cazzarola, mi è dispiaciuto un casino.
Al 20° il mio tempo era davvero incoraggiante! La media era scesa a
Man mano che i km passavano, la copertura del dolore diminuiva e la stanchezza aumentava. Il mio procedere scoordinato, stava provocando dolori strani all’altro piede e alla gamba destra… mmm
Al passaggio al 25° km la media si è alzata a
Ad un certo punto sento la voce di Massimo… “Mario, che cazzo ci fai qua?” Neanche il tempo di rispondergli che passiamo davanti ad un ristoro, mi fermo a prendere l’acqua, il tempo di girarmi e lo perdo di vista… Cavolo, se ne sarà andato? Boh, riparto. Il piede mi dice che si vuole fermare, lo mando a fare in culo e proseguo!
Al passaggio del 30° km e del 35° km la media si mantiene a
Il finale è bellissimo, mi rendo conto di non aver incontrato nessun muro, di non avere crampi, solo di zoppicare! 39, 40, 41, 42, gli ultimi metri addirittura aumento e passo all’arrivo in 3h27’33’’… chiudendo con una media generale di 4.55/km.
Certo sono calato, ma sono felice e appagato. La sera precedente il piede mi faceva un male cane, ora avevo corso per
Alla fine Parigi è stata un successo, per entrambi…
Certo, per me è stato importante concludere la gara, e che questo abbia coinciso con l’abbattere il mio P.B. di oltre 8 minuti! Avevo un
5 commenti:
A vedere la foto si capisce che non avevo speranze... tu come detto vali molto meno... e presto fari il time che ti appartiene. questo ti è solo servito per prendere fiducia.
Straordinario!
Che prestazioni!!!! ragazzi siete dei marziani!
Il tu sorriso nell'ultima foto, spiega tutto...vai così!
@ giancarlo: spero di poter ricorrere una maratona insieme
@ Dave: grazie Dave, troppo buono, ma siamo solo dei discreti tapascioni :)
@ Alvin: Grazie Mitico!
3h27’33’’ é un successo grandioso! Vedrai che alla prossima il piede non ti darà più noie e così andrai ancora più forte!Grande Mario sono mega felice per te!
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