La cosa è
cominciata così, per gioco. Per potermi allenare insieme a Monia e Carmine, che
avrebbero corso la Maratona
di Berlino, io e Antonio abbiamo deciso di iscriverci alla Maratona di Monaco
di Baviera che si sarebbe corsa solo un paio di settimane dopo.
All'inizio la cosa
mi piaceva assai, salvo scoprire che ci saremmo dovuti allenare per tutta
l'estate. E che estate! Dire che siamo stati sulla graticola è poco: 220 km corsi in giugno; 200 km in luglio; 315 in agosto; 290 in settembre; 90 in Ottobre. Questa la
strada che abbiamo macinato sotto un caldo allucinante e che difficilmente
scorderemo. Una giornata per tutte. Il giorno del lunghissimo ci siamo
sciroppati 36 km
a 36° Un vero incubo! L’esperienza è stata così traumatica che ho chiuso la
preparazione dichiarando solennemente che questa sarebbe stata la mia ultima
maratona estiva.
Il caso ha voluto che incontrassimo sulla nostra strada Roberto Di Giovanni e la sua simpaticissima cricca di casinari che è la podistica Cepagatti, di cui lui è l'illustre presidente. Devo dire che raramente si incontrano persone più a modo di Roberto. Gentile e accomodante con tutti. Un vero Signore. Ebbene lui ha organizzato un pullman per Monaco al quale ci siamo aggregati volentieri. Certo, papparsi 2000 km, tra andata e ritorno lascia il segno, ma la simpatica compagnia ha compensato la fatica.
Arrivo a Monaco.
L’arrivo in città ci ha immerso immediatamente nella rigorosa concezione della vita tedesca. Tutto era perfetto, pulito, organizzato, razionale.
Dopo la visita
all’expo e mangiato una pseudo pastasciutta tutta aromatica e abbastanza
vomitevole, abbiamo visitato tutto l’Olimpia Park. Una struttura veramente
bella e funzionale e, naturalmente, curatissima.
Visita a Dachau.
Essendo solo a 15 km da Monaco, non potevamo evitare di visitare il centro commemorativo del campo di concentramento. Ricordo di esserne uscito molto scosso, ripensando con dolore a tutto quello che è successo all'interno del campo.
Storie di persone crudeli, di internati, di torturati, di bambini, donne, di tutti coloro che vennero usati come cavie umane per esperimenti medici, di tutti i morti.
L’oppressione che
mi ha pervaso quando ho varcato il cancello su cui era apposta la famosa frase
“Arbeit macht frei” non è
spiegabile.
Varcando quella porta mi sono reso conto immediatamente del come i sorrisi e la spensieratezza rimanessero facilmente fuori da quel cancello. Quasi mi vergognavo di essere andato la a correre una maratona.
Varcando quella porta mi sono reso conto immediatamente del come i sorrisi e la spensieratezza rimanessero facilmente fuori da quel cancello. Quasi mi vergognavo di essere andato la a correre una maratona.
In ogni caso, sebbene avessi letto e visto filmati relativi all’argomento, non avevo capito fino in fondo cosa volesse dire l'espressione "campo di concentramento" finché non ho superato quel recinto.
La gara.
Dopo la
maratona di Roma, che ricorderò per sempre. Questa gara l’ho affrontata con
molta più tranquillità, anche se non sono riuscito a capire in anticipo che
tipo di percorso avrei affrontato, se fosse stata una gara facile o meno.
Avevo in
testa di partire molto più veloce di Roma. Sentivo a pelle che avevo tutta
un’altra preparazione e quindi al momento del via sono partito convinto. Forse
un po’ troppo, visto che il primo km l’ho fatto a 4.16!
In ogni caso
le sensazioni sono positive e cerco di trovare il treno giusto per me. Quasi
subito mi superano i pacemakers delle 3 ore e si allontanano facilmente. Meglio
così. Mi auto convinco che non sto esagerando. Intanto arriva il 5° km e passo
in 21’42’’, alla media di 4.21/km;
“Porca peppa
com’è veloce… Sto rovinando tutto anche in questa gara!” Questo era il pensiero
che mi girava per la testa mentre le gambe andavano come un frullino. E’ stato
però in quei momenti che ho deciso di “osare”. Mi sentivo bene e volevo farlo. Ecco
intanto arrivare il 10° km. Passo in 43’45’’, alla media di 4.25/km. Ho
rallentato un po’, meno male.
Dal decimo
in avanti entriamo nel famoso English Garden. Un enorme parco pubblico e
proseguo la corsa immerso totalmente nel verde e nel freddo. La temperatura lì
sotto tutti quegli alberi è molto più bassa. E’ talmente esteso e sconfinato
che in lontananza ho notato addirittura un gregge di pecore! Almeno credo!
Forse un’allucinazione?
Nel
frattempo passo al 15° km in 1h 05’06’’, alla media di 4.20/km. E’ inutile,
oggi il passo è quello. Oggi di rallentare non se ne parla!
Dal 16°
finalmente si esce da quel frigorifero del parco pubblico e ci dirigiamo verso
la parte più a sud del percorso. Si rivede un po’ di gente a fare il tifo. Tutti a incitarmi, con
campanelle e sonaglini al grido di “Uppa, Uppa”, ma che cacchio significherà
mai? Boh. Cavolo, sono già al 20° km. Passo in 1.26’54. Subito dopo alla mezza
in 1h 32’33’’ in 4’24/km.
Nel passare,
noto le tracce dei runners che sono partiti da qui e che sono impegnati nel
correre la mezza. Probabilmente qualcuno sarà già arrivato. Vabbè, beati loro.
Oggi per me è un’altra storia.
Prima del
25° km incontro un gruppo di una decina di corridori che mi stava davanti un
centinaio di metri e che mi sembrava un buon treno. Li raggiungo e mi sistemo
dietro di loro. Mi faccio portare e sfrutto la scia. Arriva il 25° e passo in
1h 48’15, alla media di 4.20. Oggi sono regolare, quasi non mi riconosco.
Man mano che
passano i km il gruppetto si assottiglia sempre più e alla fine rimaniamo io e
un altro che procediamo imperterriti e ci guardiamo di sottocchio. Il tizio non
mi vuole attorno a lui, ma io non mi schiodo, gli rimango attaccato come un
cerotto.
Passiamo al
30° in 2h 10’49’’, alla media di 4.18. Il tira e molla col mio compagno di
avventura mi ha velocizzato un po’. Spero di non farmi coinvolgere più di
tanto.
Al 32° mi
sono già rotto di fare l’elastico e accellero. Ho deciso di togliermelo di
torno. Gli passo davanti e vado. Lui non mi molla, ma dopo un chilometro
comincia a sbuffare e rallenta. Se ne va e rimango solo. A quel punto trovo una
coppia di ragazzi giovanissimi e mi accodo a loro. Sto con loro fino al
passaggio del 35°. 2h 30’20’’ alla media di 4.18. Sono sempre costante, ma il
muro? Penso che sia dietro l’angolo perché arriva un crampetto sul ginocchio
della gamba sinistra. Porca putt! No, ora no! Rallento un poco e il crampo mi
lascia in pace, anche se fa sempre male. Ho superato anche i due ragazzi e ora
sono rimasto solo. Transito al 40° in 2h 51’54’’ e la media è sempre di 4.18.
Arriva una
leggerissima crisi, ma per fortuna, come arriva se ne va. Pussa via, mancano
soli 2 km,
non se ne parla proprio di rallentare! Passo a fianco ad un display che segna
02:59:55. Solo dopo qualche metro realizzo che è il real time e per poco non mi
viene un coccolone! Ma come, sto quasi alla fine e sono ancora sotto le tre
ore? Evvaiiiiiiiiiii. Mi rianimo e
subito arriva l’ingresso nel fantastico stadio di Monaco. Dopo aver corso tutta
la pista, finalmente ecco l’arrivo. Taglio il traguardo in 3h 04’30’’. Come
faccio a descrivere l’emozione di quel momento? Non riesco. Dovrete solo
immaginarla! All'arrivo poi c'era la birra!
Sono strafelice, ho gareggiato benissimo e arrivato ancora meglio. Per tutta la giornata abbiamo girato per la città in lungo e in largo e non ho avuto nessun risentimento, affaticamento o dolore muscolare. Ora ci potevamo finalmente rilassare. Birra, birra, birra e uno “stinken di maialen” da pauraaaa.
Ringrazio ancora
tutti quelli che hanno creduto in me e che mi hanno trasmesso tanta positività
e fiducia nei miei mezzi. Grazie soprattutto a Carmine, Monia e Antonio coi
quali ho condiviso molti allenamenti. Mi ha fatto piacere conoscere tanti nuovi amici, due per tutti, Maurizio Tucci e Luca Di Pomponio.
Sono felice,
infine, anche per Antonio che ha corso con me a Monaco e ha chiuso la gara con
un bellissimo tempo di 3h 17’05’’!
10 commenti:
E' stato un piacere avere condiviso la gioia per il tuo PB.
Quando sono arrivato nello splendido stadio assolato, pieno di birra (analcolica) e bretzel c'era Mario che mi aspettava (di solito lo aspettavo io... sigh!).
Incredulo mi chiede: "prova a dire un tempo!" ed io, tranquillo, gli dico: "3 ore e 4 minuti!". Ci rimane un po' male e poi mi conferma. D'altronde le potenzialità c'erano tutte e forse, a bocce ferme, il tempo poteva essere migliore.
Goditi comunque questo momento magico, grazie per la citazione e colgo l'occasione per confermare la grandezza di Roberto e la simpatia di tutta la spedizione bavarese. Di nuovo complimenti
Bravo SuperMario....per la prova, per il tuo personale e soprattutto per il tuo racconto. Fra qualche anno qundo rileggerai questo post ti emozionerai ancora! Anche io ho creduto in te! Grazie per condividere con chi ti legge le tue imprese: per chi possiede la tua stessa passione è un vero piacere! Complimenti anche ad Antonio.... e UppaUppa!!!
A presto
Carla
Così come non avevo dubbi che avresti fatto questo tempo...così ora non ho dubbi che sei un mancato scrittore e narratore... Jamm stra' spicciati a scaricare che si ricomincia verso nuovi obbitiivi...... Oddio...... le ripetute!!!!! Ma' le ritiri tu i mille vero?
@ Antonio: grazie a te per tutto!
@ Carla: Presente, come sempre. Grazie per le belle parole!
@ Monia: Lo saiiii!
Ah dimenticavo... mi associo al tuo pensiero sul mio compaesano Roberto Di Giovanni, condivido pienamente!
E poi merita una citazione la medaglia della maratona di Monaco: davvero particolare!
Carla.
ottima gara , bravo mario e domenica a me tocca amsterdam......
grande!
questa estate la ricorderemo in molti
@ lello: Grazie! Un enorme in bocca al lupo per Amsterdam!
@ Nino: Grazie mille!
3h 04’30’’????Ma sei davvero un grandeeeeeeeee!!!! Sono felicissimo per te caro Mario perché te lo meriti e anche perché secondo me alla fine la passione abbatte tutti i muri!!!Ci si sente ma nel frattempo ancora una GRANDE MARIO!!!!
YEAH!
@ Pasteo: Grazie Amico mio!
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